Un viaggio misterioso di Wiktoria M.

Questa avventura inizia un sabato mattina, ma non come tutti gli altri: è il giorno del diciottesimo compleanno di Wiktoria, la protagonista di questa storia. 

Tornata a casa da un giro in bici per la città, ha trovato nella posta una lettera, ma sopra non c’è scritto niente, chi sarà che l’ha mandata? Apre la busta e scopre che è stata scritta da Paolina e che contiene solo una parola: vieni. 
Paolina è un’amica di infanzia con cui Wiktoria ha trascorso un anno, vivendo insieme nella stessa casa-famiglia in Polonia, dove è nata. Erano molto legate, però non si sentono da più di dieci anni. Wiktoria si commuove e tra le lacrime pensa a tante cose, ma è anche spaventata, cosa le sarà successo? Che curiosità, vorrà farle una sorpresa? 
Wiktoria decide di partire. 
Quello non sarebbe stato un viaggio qualunque, aveva pensato tante volte di ritornare in Polonia e ora ha l’occasione di andarci, vedere posti e rincontrare persone per lei importanti. Prova nostalgia insieme all’entusiasmo. Prende un aereo e il giorno dopo arriva a Varsavia.
Gira la città e vede il Palazzo della cultura e della scienza, il Castello reale, la Colonna di Sigismondo, le strade, i palazzi. E’ tutto bello, ma deve prendere il treno per andare a Rybnik, dove vive Paolina. Arrivata alla stazione si accorge che proprio quel giorno c’era uno sciopero dei treni, ma come può arrivare a Rybnik senza il treno?
Va ad affittare una macchina: per fortuna aveva la patente, anche se da pochi giorni. 
Le danno una piccola macchina, lei non è ancora molto esperta. E’ spericolata nel guidare e vuole fare presto, sbaglia direzione nonostante abbia il navigatore, fa un’inversione che non doveva fare ed ecco che un vigile la ferma. E’ una persona veramente intransigente, non vuole sentire ragioni, oltre alla multa, vuole a tutti i costi ritirarle la patente. Wiktoria è spaventata, preoccupata per il suo viaggio e arrabbiata. Cerca di spiegare al vigile il motivo di quell’infrazione: “Mi dispiace tanto, vengo dall’Italia e ho da poco la patente, ma non mi dia la multa e mi faccia ripartire, la prego, devo raggiungere un’amica che forse ha un problema”. Il vigile scocciato e frettoloso, sembra non ascoltarla per niente. Mentre finisce di scrivere la multa, però, comincia a dire: “Questa volta vada, le do solo la multa, ma stia attenta, signorina!” 

Ripreso il viaggio, guida tutta la notte, lunedì mattina arriva a Rybnik e trova la casa di Paolina. Riesce ad entrare e in camera trova un biglietto in cui c’è scritto il nome di un hotel di Czestochowa. 

Wiktoria allora esce e si rimette in viaggio. Cerca di mettere in moto la macchina, ma niente, non c’è più benzina. Wiktoria tra sè e sè pensa che le stiano capitando molte situazioni avverse, ma questa giovane donna è molto intraprendente e coraggiosa, non si perde d’animo e si dà da fare. Ora deve cercarsi un benzinaio per poter ripartire, alla fine, dopo tanti giri, riesce a trovarne uno aperto. Può proseguire. 

Dopo un po’ di ore arriva a Czestochowa. Va subito al Convento di Josna Gora, è grande, bellissimo e c’è molta confusione, infatti ci sono tantissimi turisti che sono venuti a pregare la Madonna nera. Non sa cosa cercare, come farà a incontrare Paolina? Ma per terra trova un braccialetto arancione, le viene subito in mente che quello era il colore preferito dell’amica e, prendendolo in mano e guardando bene dentro, trova un’incisione con il suo nome, pensa: “E' il suo braccialetto e un indizio per me!” 

Una suora si avvicina a Wiktoria e le dice che una ragazza che indossava quel braccialetto il giorno prima le aveva detto di essere in partenza per Cracovia. 

Allora Wiktoria riprende la macchina e riparte. Oh no…dopo poco si deve fermare perché si è forata una gomma. Cerca e prova a cambiarla, ma non ci riesce, fortunatamente un signore la aiuta. La ragazza le dice con grande riconoscenza: “Dzieki”. Pensa che nonostante i tanti guai, ha trovato persone buone che le hanno dato una mano. 

Arrivata nella piazza centrale della città, dove ci sono le carrozze con i cavalli tutti adornati con fiocchi colorati, vede una donna con i vestiti tipici polacchi, che la chiama: “Sei tu Wiktoria?”. Tutta stupita e senza parole, Wiktoria prima di risponderle, chiede: “Come fa a conoscermi? Cosa mi vuole dire?”. Poi le consegna un messaggio di Paolina: “Ci vediamo martedì 7 ore 12 in punto dalla statua di Chopin al Parco Lazienki, ti devo consegnare una cosa”. A questo punto Wiktoria è commossa, emozionata, felice di poter incontrare presto la sua amica. Cosa le vorrà mai dare? 

Ecco che Wiktoria si rimette in viaggio. Non ha neanche mangiato, ma non sente fame, perché è troppo impaziente di vederla. Arriva a Varsavia martedì, di mattina presto. Attraversa la città, arriva al parco e alla statua di Chopin con circa due ore di anticipo. 

Alle 12 in punto, si sentono le campane, ecco che arriva una ragazza, si avvicina, Wiktoria grida: “E’ Lei!”. Le due amiche si corrono incontro e si abbracciano. Paolina dopo tanta commozione e felicità, consegna a Wiktoria uno scrigno e dice: “Questo è il mio regalo di compleanno, cara amica!”. Lei lo apre, sorride, ringrazia e dentro trova tante belle fotografie di loro bambine e un biglietto aereo. E’ quello di Paolina che verrà a studiare all’Università di Genova in Italia. Le due amiche potranno stare di nuovo insieme!

4 commenti:

  1. Brava Wiktoria! Un'avventura originale e divertente. Il lieto fine è pieno di sentimento.

    RispondiElimina
  2. Bellissimo testo Wiki! Mi è piaciuto enormemente il fatto che hai letteralmente portato all'Inter del testo qualcosa di tuo! Mi è scappata quasi una lacrimuccia alla fine!!! Bravissima!

    RispondiElimina