giovedì 30 gennaio 2020

Vi raccontiamo il Progetto Gaia

Vi vorremmo raccontare un’esperienza che la nostra classe non si dimenticherà mai. 
Il progetto Gaia, guidato dalla mitica professoressa Monopoli. Ma cos’è il progetto Gaia?
Gaia significa Terra che è l’elemento su cui esso è basato. L’obiettivo è trasmettere alle nuove generazioni che il futuro di Gaia è in mano a noi. Serve a sensibilizzare i ragazzi sui fatti che stanno distruggendo questo pianeta e a far capire che senza di esso noi saremmo perduti.
Parlando di questi temi ci siamo collegati a fatti maggiormente riferiti al contesto scolastico e a noi stessi, come gruppo di ragazzi. Li abbiamo affrontati con filmati, commenti personali, riflessioni e discorsi della prof Monopoli. A volte gli argomenti ci travolgevano come una forte onda, talvolta come una pioggia leggera.
Ci è rimasto particolarmente impresso il discorso sul bullismo, trattato solo per pochi incontri ma molto intensi, in cui abbiamo visto quanto le parole o semplici commenti possano ferire profondamente una persona, fino a portarla a sacrificare la propria vita.
Un’altra cosa che ha caratterizzato il progetto è la posizione in cui sedevamo: in cerchio. La prof, al primo incontro, ci ha sorpresi chiedendoci:” Secondo voi perché ci siamo seduti in cerchio?” Subito non sapevamo cosa dire ma dopo qualche secondo in cui abbiamo preso confidenza, sono uscite le più svariate e meravigliose motivazioni.
Il progetto Gaia non è basato solo sulle riflessioni ma in buona parte tratta la meditazione, in particolare la Mindfullness ovvero una meditazione ad occhi chiusi con una rilassante musica di sottofondo. Per avere un’efficiente Mindfullness è necessario avere i piedi bene piantati a terra a contatto con Gaia e le mani sulle ginocchia per concentrarsi sul respiro e abbandonarsi al proprio corpo.
Questo è tutto quello che siamo riuscite a raccontare su questa magica esperienza e ricordate sempre…
IL MONDO CAMBIA SE TU CAMBIERAI!!!!!

Emma C. e Carlotta G.

giovedì 2 gennaio 2020

La classe I B al Carlo Felice

Giovedì 16 gennaio 2020, grazie all'organizzazione della prof. Olcese, insieme a molti altri alunni della scuola e della classe I B, siamo andati a vedere al teatro Carlo Felice l'opera di Gioachino Rossini "Il barbiere di Siviglia", la più famosa opera buffa del mondo, che racconta la storia d'amore tra il Conte d'Almaviva e la bella Rosina contrastata da Don Bartolo. Ci hanno accompagnato le Prof. Olcese e Piccardo.
     Il teatro Carlo Felice ripreso dall'entrata
Una volta varcato l'ingresso ci siamo trovati dinanzi a varie rampe di scale, ma la cosa più impressionante è stata arrivare in platea e ammirare l'immensità della struttura principale ricostruita dopo la guerra dagli architetti Aldo Rossi, Ignazio Gardella e Fabio Reinhart. La platea è rialzata rispetto al palcoscenico e sotto di essa era situata l'orchestra, le pareti sembravano le facciate di un palazzo, costellate di finestre e alcuni balconi. Bisognava essere molto silenziosi, perchè ogni suono si propaga e produceva anche degli echi. L'opera si divide in due atti e si apre con la serenata del conte che però non ha successo. Il Barbiere di Siviglia contiene alcune tra le arie più famose di Rossini, tra cui "largo al factotum", "ecco ridente in cielo" e "la calunnia".
L'opera, che è durata complessivamente circa 3 ore, è stata molto bella, anche se in alcune parti un po' lenta, caratterizzata da molti vocalizzi, e alcuni concertati, ovvero  parti in cui più di una persona canta testi differenti, per fortuna al di sopra del palco era situato un pannello elettronico, in ruolo sostitutivo al libretto, su cui compariva il testo (in alcune parti si è reso molto utile). Questo bellissimo teatro ci ha regalato una splendida esperienza condita da musica incredibile, gestita da un' orchestra impeccabile.

Giacomo P. e Leonardo C.